Mentre al telegiornale vediamo le notizie sconvolgenti di quanto si sta consumando a Tehran come reazione alla domanda di libertà delle donne, in pochi conoscono la bella notizia di quanto sta invece succedendo in Arabia Saudita, non a caso il contendente religioso, politico ed economico dell’Iran nell’area medio orientale. E anche qui la donna è protagonista.
Ci sono dovuta andare di persona per capire e l’occasione è stata la partecipazione alla fiera del settore costruzioni Saudi Build a Riyadh.
L’ultima volta che ero stata in KSA (Kingdom of Saudi Arabia) era il 2016. 6 anni fa era obbligatorio anche per me donna straniera indossare l’abaya, il soprabito nero lungo fino ai piedi, con il velo per coprire i capelli. Mi era altamente sconsigliato girare da sola, ma sempre accompagnata da un uomo, e non perché fosse pericoloso, visto che l’Arabia Saudita è uno dei paesi più sicuri del mondo.
In albergo mi era preclusa la piscina, privilegio solo per gli ospiti maschi, a meno che non la prenotassi solo per me alle 5 della mattina.
Ma anzitutto, a me donna che mi recavo in KSA, il visto poteva essere concesso solo discrezionalmente e quindi poteva essermi negato proprio perché donna non accompagnata da un maschio della mia famiglia. Per non parlare della procedura burocratica per il rilascio visa, che al tempo poteva essere solo d’affari o per motivi di lavoro (o religiosi – pellegrinaggio alla Mecca – solo per i musulmani).
Oggi, all’indomani dell’introduzione delle nuove regole previste dalla ‘Vision 2030’ del principe Mohammad bin Salman, le donne straniere – al pari degli uomini – possono recarsi in Arabia Saudita facendo il visto turistico online (5 minuti di pratica al pc per un totale di 140 Euro) oppure direttamente in aeroporto all’arrivo, possono vestirsi come meglio credono, pur sempre nel rispetto del pudore locale, e soprattutto sono considerate interlocutori del business così come i colleghi maschi.
Ma quello che mi ha lasciato stupefatta è stato vedere la nuova condizione delle donne saudite e di tutte quelle che ci vivono in KSA: guidano l’auto, lavorano negli uffici – le receptionist del mio hotel erano tutte donne – girano per le strade anche di sera da sole, nei luoghi dello shopping e del divertimento le si trovano in gruppetti di amiche, tutte belle truccate, vestite colorate, con il viso e i capelli spesso scoperti. Tutte queste cose erano vietate prima, fino a qualche anno fa. Si tratta di una rivoluzione, avvenuta qui pacificamente per volere di chi governa.
E parliamo di business.
Quello della nuova condizione femminile è la cartina di tornasole di un cambiamento epocale che include un’effettiva diversificazione economica. La Vision 2030 del principe ereditario è il piano che vede nell’apertura del paese all’esterno e l’introduzione del turismo le chiavi per uno sdoganamento dalla precedente unica risorsa del petrolio. Questa apertura sta attraendo capitali d tutto il mondo.
L’obiettivo è industrializzare il paese – uno dei più digital che abbia mai visto – e farne una meta turistica sullo stile degli Emirati Arabi Uniti, ma con un’estensione e una potenzialità enne volte superiore.
Vison 2030 fa perno su una serie di mega progetti relativi a diversi settori.
Energia: impianti di desalinizzazione, sviluppo fotovoltaico, progetto reattore nucleare
Urbanizzazione: creazione di vere e proprie nuove città e parchi tematici, all’insegna del green e della sostenibilità, riqualificazione dei 5 siti Unesco, ecc.
Turismo: a cominciare dall’infrastrutturazione della costa lungo il Mar Rosso
Cultura: il KSA vuole diventare un nuovo polo internazionale per la cultura, l’arte e lo sport
Salute: il Saudi Genome Program (SGP) creerà un database per documentare la prima mappa genetica della società saudita, sviluppare la pratica della medicina personalizzata, ridurre i costi dell’assistenza sanitaria e migliorare la qualità della vita.
Alloggi: Roshn, uno sviluppatore di comunità nazionali e anche un progetto del Fondo di investimento pubblico, è focalizzato sulla richiesta di aumentare la proprietà di case in Arabia Saudita.
In un’area come quella del Middle East e North Africa in continua evoluzione e spesso tensione, bisogna navigare a vista ed essere sempre aggiornati. Ma non basta leggere i giornali, bisogna prendere un aereo e andarci.
Il decennio 2020 – 2030 sta segnando una nuova nascita per l’Arabia Saudita, grazie alla ‘visione’ del futuro re, il principe Mohammad bin Salman, personaggio discusso, ma senza dubbio – come mi ha detto un importante imprenditore libanese che opera in KSA – uno che dice e poi fa. Il paese sta investendo il tutto per tutto per il suo futuro ed è aperto alla conoscenza, alla tecnologia, ai prodotti, agli investimenti che possono contribuire a questo percorso. Oggi, e non domani, è il momento giusto per essere qui.
https://vision2030.gov.sa/en
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