Dalla competenza alla competizione

Di fronte a notizie come queste, rilasciate ieri dal FMI, come reagire?

Intanto non è una notizia, nel senso che non contiene nulla di nuovo. E’ una previsione che conferma un trend sotto gli occhi di tutti. Qualcosa a cui stiamo andando in contro, giorno dopo giorno, nostro malgrado.
E cosa possiamo farci? Accettare la situazione passivamente? Fermarci, smettere di spendere e sospendere gli investimenti programmati?

La risposta è: – Dipende.

Anzitutto la recessione riguarda un po’ tutti i paesi del mondo. Zona EU, Cina, USA, Russia, Paesi dell’Africa. Certo, chi più chi meno. E ha come conseguenza diretta l’inflazione e la contrazione degli scambi del commercio mondiale. Questo si traduce in una possibile contrazione delle vendite all’estero per le nostre aziende. In due parole il gioco nell’export si fa più duro.
Come in tutti i momenti di difficoltà generalizzata coloro che riescono ad emergere, nonostante tutto e in alcuni casi proprio grazie alla situazione di crisi, sono gli imprenditori che riescono a sviluppare dei vantaggi competitivi, primo fra tutti le competenze. La radice etimologica di questi due termini – competenza e competizione – non a caso è la stessa: infatti la prima è – da che mondo è mondo – propedeutica alla seconda.

La competenza non è solo la somma di saperi e nozioni, ma è anche l’attitudine dinamica a mettersi in gioco, sfruttando l’esperienza, le conoscenze specifiche, evitando da un lato di lanciarsi in operazioni a caso, che in questo momento possono essere molto pericolose, dall’altro di rimanere fermi con il rischio che a crisi superata ci potremmo ritrovare tagliati fuori dal mercato, in modo irrimediabile.

Quindi in tempi come questi, l’investimento in competenze, siano esse formazione o risorse esterne capaci apportare vantaggi in azienda in termini di know how in tecniche di commercio estero, operazioni strategiche sui mercati, relazioni esclusive con partner selezionati, è l’operazione più previdente che un’impresa possa fare.