Singapore conta 5 milioni di abitanti. Cinesi per la maggioranza (discendenti dei quei Cinesi scappati dalla rivoluzione, per lo più liberal, benestanti e colti che mai avrebbero sopportato di vivere sotto la dittatura comunista di Mao), Indonesiani, Malesi, Indiani, 2% Caucasici.
Singapore è un importatore netto di quasi tutto, fino a poco tempo fa anche dell’acqua potabile. Quindi materiali da costruzioni, arredi, macchinari, prodotti alimentari, ecc. è tutto importato dall’estero.
Prima delle black list, era un paradiso fiscale. La tassazione sul fatturato si aggira in media dal 5 al 10%, Iva al 7%.
La casa privata a Singapore non è per la vita, è considerata un investimento, da rivendere e guadagnarci sopra. Quindi di solito in pochi, e molto ricchi, investono nell’interior. A questo trend fanno eccezione gli indonesiani, Indiani benestanti, per i quali culturalmente vale ancora la ‘casa per sempre’. Ci sono le tradizionali ‘Shop-house’ casa-bottega, con stile coloniale. Qui piace molto questo stile, ma nessuno in realtà lo sa fare localmente.
Poi ci sono i ‘condo’, condomini con appartamenti costosissimi, dai 70 ai 150 mq, venduti arredati di tutto punto sui 1/3 milioni di euro. Qui i designer fanno il progetto di interior e specificano praticamente tutto (pure i quadri e complementi arredo). Dazi d’ingresso pari a 0%.
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