O meglio, ‘Finalmente Kenya!’, ‘Finalmente Zambia!’, ‘Finalmente Algeria!’, ‘Finalmente Rwanda!’ …
Molti fra gli Stati africani rappresentano opportunità non solo di investimento, ma anche di sbocco commerciale del Made in Italy, a seconda dei settori di interesse. Ogni Paese del continente è diverso dall’altro: livelli di sviluppo diversi, richiesta di beni diversa, dinamiche della distribuzione diverse, sistemi doganali diversi, lingue e modi di comunicare il business diversi.
In realtà è da 20 anni che lavoro con soddisfazione con questi mercati, sia in Nord Africa che nella fascia Subsahariana, da tempo ormai ricettivi ai beni strumentali e di consumo esteri, a partire da quelli cinesi, ma anche provenienti dall’Europa, ad esempio dalla Francia, Belgio, Germania, e seppur in misura minore anche dall’Italia.
Ma la percezione generalizzata che abbiamo dell’Africa è di un tutt’uno omogeneo, dai confini incerti e permeato da un’idea inveterata di povertà, pericolo, lentezza, complice una vasta non-conoscenza del più grande continente che si espande a partire dalla sponda sud del nostro mediterraneo.
A causa dell’incertezza vera e tangibile che invece permea adesso la nostra Europa, i diversi Paesi del continente africano rappresentano un’opportunità di sbocco e di sviluppo che come imprenditori dobbiamo prendere in considerazione, in una logica di strategia e anche di gestione del presente.
Lo sapevate che lo Zambia è il granaio d’Africa, oltre che risorsa per tutta l’area del South African Development community dei prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento? Che lì esiste una comunità di origini italiane importantissima? E’ un mercato interessante per i produttori di macchine, attrezzature, tecnologie e prodotti per l’agricoltura e la zootecnia.
Lo sapevate che il Rwanda ha bandito i sacchetti di platica non biodegradabili e i materiali da imballaggio già nel 2008? E’ considerato oggi come uno dei paesi più green e puliti del mondo! Per il suo ruolo strategico a livello geopolitico attrae importanti interessi USA e della comunità internazionale che qui investe molto, soprattutto nelle startup tecnologiche: è ad esempio il primo paese ad offrire un servizio nazionale di consegna con i droni delle sacche di sangue per le emergenze.
Lo sapevate che Senegal, Costa d’Avorio, per non parlare del Ghana, sono paesi che stanno vivendo epoche di grande sviluppo economico e sociale? Sono target importanti non solo per i nostri beni strumentali, ma anche per quelli di consumo di fascia alta, mi riferisco a tutto il sistema casa e persona.
Per entrare in questi mercati, bisogna conoscere il paese, le sue dinamiche, il suo sistema distributivo, quale tipo di comunicazione adottare, da quali istituzioni farsi supportare, come gestire la ricerca partner e andare a segno. Come per tutti gli altri mercati esteri bisogna affrontarli essendo preparati o facendosi aiutare da chi li conosce e può definire con voi una strategia d’ingresso per evitare brutte sorprese e massimizzare i risultati possibili.
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