Oggi pubblico un ragionamento lontano dalle materie di mia competenza, ma solo in apparenza. Non scrivo qui di strategie di internazionalizzazione, ma di strategie di rimessa in piedi del nostro sistema paese, senza il quale sarebbe sterile parlare di vendita sui mercati esteri.

Mes o non Mes, è questo il problema? Lascio il quesito alla Comunicazione Predominante che incanala l’attenzione sull’Europa e su cosa può fare l’UE per l’Italia. Anche perché ammetto la mia ignoranza nel merito: so solo che il Mes implica un accordo fra Stati e non so se avete presente i tempi e gli esiti di un accordo fra gli Stati europei …  L’emergenza economica verso cui ci stiamo schiantando alla velocità della luce ha bisogno di decisioni rapide ed esecutive. E forse l’adagio ‘chi fa per sé fa per tre’ potrebbe dare soluzioni più efficaci. Ma attenzione che la misura del ‘lacrime e sangue’, del ‘dobbiamo farlo per salvare la nostra Italia’, in una parola la Patrimoniale, potrebbe materializzarsi senza che si possa fare nulla dal lockdown in cui ci troviamo incastrati.

Trovo molto intelligente la proposta del Prof. Michele Boldrin di Ca’ Foscari, economista, intervistato ieri a Radio Capital. E la riporto usando parole mie, ma cercando di non alterare il ragionamento.

Si parte da una circostanza di fatto: è stato ordinato a milioni di Italiani di guadagnare Zero per alcuni mesi. L’ordine è stato motivato dalla necessità di salvaguardare la salute pubblica, per il bene di tutti, un atto di solidarietà se vogliamo usare questo termine che piace a molti. In cambio lo Stato darà 600 Euro una tantum ad alcuni di questi solidali. Ad altri milioni, le imprese, è stato ordinato di guadagnare di meno (-40%, -50% a seconda dei settori e profili).

Non sarebbe opportuno coinvolgere in questa solidarietà forzata anche altri, almeno parzialmente? Ci sono circa 18.000.000 di cittadini italiani che hanno un reddito garantito, dipendenti pubblici e pensionati. Circoscrivendo i redditi sopra una certa soglia (non è certo il caso di andare a toccare i redditi di chi porta a casa pensioni da 700 euro) si potrebbe ottenere una fascia di ‘nuovi solidali’: a questi non si chiederebbe di prendere Zero, ma di portare a casa per 2, 3 mesi un po’ di meno del solito. Con un 20-30% da questi redditi si potrebbero sostenere spese importanti per la sanità, a favore di chi si ritrova senza nessun reddito, per la liquidità del paese. E questa operazione potrebbe scongiurare quella ben più amara della patrimoniale. Il ragionamento di Boldrin potrebbe essere una via percorribile per evitare soluzioni ben più penose.

In fin dei conti si tratterebbe di applicare il principio della produttività, che applicano le imprese private: se si lavora di meno o non si lavora affatto, si viene pagati proporzionalmente.
Chi sta telelavorando in questo momento, lavora di meno, è un dato innegabile, e sta spendendo di meno. Si potrebbe quindi corrispondere Temporaneamente uno stipendio (e a maggior ragione una pensione) ridotti di una certa percentuale. La si potrebbe chiamare una Redistribuzione temporanea in corrispondenza di una effettiva minore produttività del lavoro.

Allo stato attuale c’è solo una fetta della popolazione, rappresentata da cittadini senza un reddito garantito, che sta pagando lo scotto della situazione. Al di là delle valutazioni morali, non c’è nessun vantaggio per il Paese: oltre ad essere un contributo insufficiente, andando avanti così stiamo tagliando le gambe al motore produttivo del paese, che ricordiamocelo è fatto da PMI, con fiato finanziario troppo corto per resistere mesi e mesi senza attività.

Aggiungo in fine, che al di là di ragionare su Mes o Eurobond, bisognerebbe ragionare su un protocollo di ripresa dell’attività: misure precauzionali obbligatorie, patentini a chi risulta immune a seguito dei test sierologici, orari e scaglionamenti ecc. Pensiamo a ripartire gradualmente, studiamo una strategia di ripresa. Inutile rimanere solo focalizzati sugli aiuti da parte di Europa e Stati europei, ché in questa situazione di crisi hanno infine calato la maschera.